NELLA VIA OMONIMA
Fondata nel sec. XIII, fu ristrutturata a fondo ai primi del sec. XIV, sotto gli auspici dei duchi d’Acquaviva.
Adiacente al Monastero non appare nella sua interezza, essendo soffocata per due lati dalle mura claustrali e per i restanti lati da strette strade.
Ha una pianta rettangolare m. 9,15 di larghezza, m. 21,90 di lunghezza, ed è inserita con armonia nel tessuto medioevale della Città, specie per i colori sui toni caldi e marroni, tipici del laterizio, delle sue mura perimetrali.
IL PORTALE
Il prospetto lungo la via S. Chiara, presenta un classico portale del Rinascimento, con due colonne scanalate su solide basi che terminano con capitelli corinzi su cui poggia l’architrave.
La porta reca un’incorniciatura dello stesso materiale calcareo delle colonne, svasata e mossa da un fregio con filettatura a punti e tratti. Conclude il portale, un frontone ribassato, greve e massiccio.
LA FACCIATA
La muratura della facciata risulta di due porzioni, la prima, inferiormente composta da ammassi di pietre vive squadrate rozzamente, frammiste a pochi mattoni in laterizio, segno di una sicura riedificazione dal basso con materiale di spoglio, e la seconda superiormente con quasi tutti i laterizi ben allineati, al pari di quelli del fianco sinistro della Chiesa lungo la via B.R. Acquaviva e del prospetto del Monastero adiacente.
Anche le lesene ai margini sorgenti fin dalla radice sono in laterizio, segno quindi che la Chiesa ed il Monastero rinacquero sotto un preciso ed unitario impulso architettonico.
L’INTERNO
L’interno della Chiesa, ad una sola navata, a pianta rettangolare, contiene la Cappella maggiore dedicata all’ Immacolata, dei primi decenni del Seicento, in stucco dorato, ricca di elementi barocchi ma con influenze classicistiche. Da notare due statue del Battista e dell’ Evangelista e in due medaglioni scene di vita religiosa.
Sono presenti quattro altari laterali: il primo a destra dei Tre Santi del 1650 e il secondo quello di S. Gaetano da Thiene del 1766 entrambi con pregevoli tele d’ epoca; a sinistra il terzo altare della Madonna delle Grazie (del 1646 con tela di Gennaro della Monica (1836-1917), il quarto è quello dedicato alla
Madonna Addolorata, dei primi decenni del Settecento. Il pavimento a mosaico è opera del veneziano Giovanni Pellarini (1852).
IL MONASTERO
Il Monastero delle Clarisse, Suore francescane seguaci di S. Chiara d’Assisi, è una costruzione senza pretese architettoniche, che s’erge nel centro storico, con annesso un vasto orto murato. Per quante ricerche effettuate, pochi documenti sono stati raccolti intorno all’epoca di fondazione del Monastero per cui è stato necessario affidarsi alla tradizione.
Com’è noto, la scarsità delle notizie certe sui monasteri delle Claustrali è dovuta al fatto che queste non hanno mai avuto una casa generalizia, ma ogni monastero era indipendente l’uno dall’altro, soggetto solo alla propria Abbadessa.
Con i suoi otto secoli di vita contemplativa ma attiva, pura espressione di fede, il Monastero di S. Chiara è uno dei monumenti più insigni e più cari alla città di Atri.
La ricca eredità spirituale di tante Monache che si avvicendarono nei tempi passati negli stessi luoghi dove è tuttora oggi, costituisce un notevole patrimonio di fede che è sicura garanzia di partecipazione del Convento allo spirito francescano del Vangelo.
Bibliografia:
Trubiani, B.,Taglianetti E., Il Monastero di S. Chiara e la sua Chiesa in Atri, Editrice F.lli Colleluori-Atri 1976
Trubiani, B., Atri Città d’arte, Edizioni Menabò – D’Abruzzo