UNITA AL FIANCO DESTRO DELLA BASILICA CATTEDRALE
La Chiesa è una costruzione barocca iniziata al principio del sec. XVIII. Maestro architetto fu il milanese Gio. Battista Gianni, che portò a termine l’opera con la realizzazione della grande cupola nel 1741; il nuovo tempio fu costruito su una precedente Chiesa, come è confermato dalla pianta settecentesca dell’Archivio Capitolare. L’ edificio veniva eretto nella seconda metà del sec. XIV, dopo che Santa Reparata era stata proclamata Patrona di Atri nel 1353 (vedi sotto). Nel 1355 la fabbrica era già stata avviata a spese del Comune.
Degli avanzi appartenenti alla Chiesa trecentesca, rappresentati da un intero archivolto finemente scolpito con draghi accoppiati, si trovano ora collocati parte nel Museo e parte nel loggiato del Chiostro.
Al di sopra della porta della Chiesa si trova poi un’ artistica statuetta di S. Reparata, riferibile al sec. XV, con incisa intorno l’ iscrizione: Pietate resurgam/ Adrie iam / Reparate opibus. (Risorgerò per la pietà di Atri, come già per la protezione di Santa Reparata). La Chiesa di Santa Reparata, con pianta a croce greca, fu consacrata il 25 giugno 1758, dal Vescovo G. Perrelli, napoletano. Un’ iscrizione lapidea, posta nell’ interno a destra dell’ingresso principale, ricorda l’avvenimento.
IL BALDACCHINO
Al centro della Chiesa si conserva il Baldacchino ligneo che fu trasferito, dalla Basilica Cattedrale dove sormontava l’Altare basilicale. Le sue linee barocche non si adattavano affatto all’interno duecentesco ed ostacolavano la visione delle pitture del Coro dalla navata centrale.
E’ un’ opera che risente fortemente del più famoso originale, il Baldacchino in San Pietro a Roma. L’ autore si rivela uno specialista nel campo dell’ intaglio fastoso e stravagante, sulle orme del celebre Gian Lorenzo Bernini.
Il materiale prescelto è il noce, non rimase però al naturale: prima venne ricoperto con gesso quale stucco e poi dipinto di un colore bruno, che simula con effetti veristici il bronzo. E sembra che dovesse essere in seguito anche indorato. Consta di quattro colonne tortili, arricchite da rilievi floreali molto fitti, terminanti con capitelli corinzi, che reggono un sottile architrave frangiato. Il coronamento è formato da quattro volute riunite nella sommità a sostenere una sfera sormontata dalla croce.
L’ opera viene attribuita a Carlo Riccioni, insigne artista atriano che dovette scolpire i pregevoli e numerosi pannelli che si trovano nel Museo Capitolare. Vi lavorò circa tredici anni dal 1677 al 1690.
IL CULTO DI SANTA REPARATA
La devozione a S. Reparata si sviluppò in Atri nella metà del XIV secolo. Si ritiene, in genere, che il culto a S. Reparata sia stato introdotto dal Vescovo Marco Ardinghelli che, per essere fiorentino, avrebbe portato in Atri la devozione per la sua Santa Patrona. Sembra però che, quando il domenicano di Firenze venne eletto Vescovo di Atri, nel novembre 1352, la Santa fosse già venerata in Atri, sia pure da pochi mesi.Nell’ aprile dello stesso anno, tramite l’intermediazione del Vescovo di Atri e Penne, Fra Nicola, si era raggiunta la pace, sia all’interno, sia all’esterno della Città. Quella pace invano perseguita fino ad allora tra le fazioni dei guelfi e dei ghibellini e con la città vicina di Città S. Angelo.
Il 27 maggio 1352, furono incoronati a Napoli, Luigi di Taranto e Giovanna. Gli oratori di Atri, intervenuti alla cerimonia, si incontrarono con gli oratori fiorentini, convenuti a Napoli per lo stesso motivo. Si noti che tra Atri e Firenze si erano già stabiliti degli ottimi rapporti, soprattutto per quel che riguardava il commercio. Dopo tale incontro, si decise di celebrare anche in Atri la festa di S. Reparata che, come si diceva prima, era diventata la Santa guelfa per eccellenza. La festa fu istituita in ricordo della pace ottenuta e, nel Comune, furono pure introdotti gli ordinamenti civici fiorentini. Nel 1353 il Parlamento Municipale proclamò la Santa Patrona della Città.
Negli atti comunali, in data 5 aprile 1362, risulta che fu stabilito di celebrare in perpetuo la festa della pace della città di Atri il lunedì seguente che, quell’ anno capitava l’ 11 aprile, in onore di Dio, della Vergine Beata e della Beata Reparata. Per questo motivo, fin dall’ antico, la festa fu celebrata nel lunedi seguente la Domenica in Albis.
Anche oggi, in Atri, la festa di S. Reparata si solennizza il lunedì della Domenica dopo Pasqua. L’ Amministrazione Comunale continua a dare il suo contributo finanziario per la buona riuscita della festa ed è presente, con il Sindaco e il gonfalone, alla Messa Solenne e alla Processione presieduta dal Vescovo e con la partecipazione del Capitolo della Basilica Concattedrale e di tutti i Sacerdoti della Forania.
Bibliografia:
Trubiani, B., La Basilica Cattedrale di Atri, Roma 1969
Trubiani, B., Atri Città d’arte, Edizioni Menabò – D’Abruzzo
Per la parte relativa al culto di S. Reparata:
Di Filippo,G.,Santa Reparata Vergine e Martire,Edigrafital S.p.A., 2001